Il terzo nucleo della mostra “Dante a Verona visto da Giancarlo Zucconelli: acquerelli nel racconto di Andrea Mirenda” esplora le ispirazioni che Verona fornì a Dante per le sue opere. Immagini, monumenti, situazioni, personaggi: possiamo ritrovare molte suggestioni veronesi all’interno dei lavori del poeta.

Secondo il commentario di Jacopo della Lana, per esempio, la struttura dell’Arena fece da modello per l’immagine dell’Inferno. Le antiche gradinate in marmo si potrebbero dunque intravedere tra i cerchi concentrici dei gironi infernali, che si restringono verso il basso proprio come la platea dell’anfiteatro romano.

Di certo poi Dante ebbe occasione di assistere al Palio del Drappo Verde. Si tratta della più antica corsa documentata nella storia, organizzata tradizionalmente la prima domenica di Quaresima. La sua atmosfera frenetica diventa l’immagine per descrivere Brunetto Latini nel Canto XV dell’Inferno. Latini, un tempo maestro di Dante, è collocato tra i sodomiti, e rappresentato mentre corre su sabbia bollente sotto una pioggia di fuoco.

Verona fu poi la sede dove Dante compose buona parte del Paradiso, la terza cantica del suo grande capolavoro. Il Paradiso, secondo una lettera attribuita al poeta, fu dedicato al suo mecenate ed amico Cangrande della Scala. L’epistola contiene anche una spiegazione del titolo dell’opera, da Dante pensato come la “Comedìa”. La materia trattata inizia infatti da situazioni oscure e difficili, ma poi finisce bene.
Per visitare la mostra:
Fondazione Biblioteca Capitolare di Verona, Piazza Duomo 19, 37121 Verona
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331 5946961