Museo Canonicale

Museo canonicale: breve storia delle collezioni

Le collezioni artistiche custodite presso la Biblioteca Capitolare di Verona vantano una storia di lontane origini, strettamente legata alle secolari vicende del Capitolo dei Canonici della cattedrale. Si tratta di una raccolta nata, in larga misura, da donazioni da parte degli stessi canonici, e anche di privati, al Capitolo e ai suoi ambienti: quali la sacrestia in cattedrale, l’aula delle riunioni e la biblioteca. Riunisce inoltre oggetti provenienti dalle chiese legate al Capitolo (Sant’Elena e la stessa cattedrale), oppure trovati nel corso degli scavi archeologici nell’area degli edifici intorno al chiostro.

Si hanno notizie certe del costituirsi di una raccolta di opere d’arte di proprietà del Capitolo a partire dal diciassettesimo secolo, con la donazione da parte del canonico Stefano Trentossi (1673) di una sessantina di dipinti, in parte superstiti, destinati per volontà testamentaria ad ornare le pareti della sacrestia e poi accresciuti da altre donazioni. Un vero e proprio museo si costituì però solo nel nostro dopo-guerra, con la riunione e l’esposizione di queste opere d’arte presso la Biblioteca Capitolare, ove esse si unirono alle memorie storico-artistiche di quest’ultima, pure oggetto di donazioni (si ricordino almeno i lasciti di Scipione Maffei, e dei canonici Francesco Bianchini e Gian Giacomo Dionisi), e ad oggetti di più recente acquisto, provenienti da privati o da chiese della Diocesi.

Il recente restauro degli edifici canonicali ha permesso l’ingrandimento del museo ed una più completa presentazione di queste raccolte, con l’esibizione non solo dei pezzi più interessanti della quadreria, da tempo già esposti, ma anche di collezioni prima inaccessibili, come i materiali archeologici e gli arredi sacri.

Non si dimentichi poi che il museo (alcune sale del quale conservano affreschi e soffitti decorati) è allestito presso il chiostro della cattedrale, in un’area che insiste sui resti di due basiliche paleocristiane risalenti al quarto e quinto secolo dopo Cristo, oggi parzialmente visibili sotto lo stesso chiostro e sotto Sant’Elena, e che, con il chiostro, l’adiacente cattedrale e la stessa Biblioteca Capitolare, costituiscono l’ideale premessa alla visita.

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